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Potrei raccontare di una noiosissima fase di naming, caratterizzata dalla selezione di consonanti “morbide” e dalla ricerca di una parola che non fosse ancora indicizzata sui motori di ricerca in modo da ottenere fin da subito il miglior posizionamento possibile sul web. Potrei raccontare di come il risultato dovesse essere in linea con determinate caratteristiche, legate alla lunghezza della parola o all’univoca pronunciabilità in tutte le lingue del mondo. Potrei raccontarvi tutto questo.

Oppure potrei raccontarvi di una notte in cui, come tutte le notti, ero a letto con il portatile aperto sulla faccia, intento a ricercare… cose su internet. Nel dettaglio stavo visitando il sito internet di un illustratore, tale Ryan Woodward. Non avevo digitato il suo nome per arrivare al suo sito, c’ero arrivato da un sito che raccoglieva i migliori Doodle di sempre. Ebbene da quella lunga lista il mio preferito risultò (e risulta tutt’ora) essere il Doodle realizzato per celebrare la vita della coreografa Martha Graham, a quanto pare leggendaria maestra di danza moderna che ha vissuto per quasi tutta la durata del XX secolo. Risalendo alla fonte scoprii che quel gran pezzo di Doodle portava la firma di Ryan Woodward. Da qui arrivai al suo sito.

Rimasi rapito da una sua opera in particolare, un video realizzato con lo stile grafico del Doodle. Il titolo del video era (ed è) “Thought Of You” e cominciai a guardarlo in loop, un po’ perché la canzone di sottofondo era bellissima, un po’ perché il video stesso era bellissimo… e soprattutto non riuscivo a dargli la giusta interpretazione.

Stiamo parlando di un passo a due dove i protagonisti bucano lo schermo a colpi di movimenti sinuosi e marziali allo stesso tempo. Lei continua ad apparire, accompagnare il partner per qualche istante per poi svanire e ricomparire qualche fotogramma più tardi. Guardatelo.

 

Dopo un po’ riuscii a formulare la mia personalissima interpretazione.

Mi piace vederla così. Comincia un giorno come tanti, in cui lui è molto innamorato di lei. Lei è perfetta ai suoi occhi e la insegue ogni volta che lei compare… e costantemente si schianta al suolo ogni volta che lei svanisce. Il tratto grafico con cui sono disegnati però li differenzia: lui ha una figura completa, solida, fatta di luci ed ombre; lei ha un tratto sottilissimo, accennato, senza ombre, quasi come se fosse soltanto un’idea. Questo equilibrio però a un certo punto cambia, a partire da 1:45, quando lui, steso e totalmente affranto a causa dell’ultima scomparsa della “pacchinara” che continua a concedergli soltanto pochi istanti di attenzione per volta, si rialza in una condizione assolutamente anomala. E’ al limite, non riesce quasi a sollevarsi, la sua ombra e la sua frustrazione diventano un peso immenso da gestire. Con un estremo gesto di forza se ne libera e si addormenta perché la notte è finalmente sopraggiunta. Al suo risveglio le sue zone d’ombra sono svanite, i tratti di leggerezza lo rendono simile alla sua amata. Dopo un paio di inseguimenti finiti come sempre, finalmente i due si incontrano in un lento abbraccio che regala alla ragazza una forma concreta, fatta di luci ed ombre. In questo momento lui capisce che era innamorato dell’idea che aveva della donna e non della vera sostanza. Così, quando finalmente lei è concreta e pronta per lui… lui se ne va, tristemente confuso, lasciando lei sola, per la prima volta al suolo.

WOW.

Quella sera mi addormentai esaltato dalla genialità del video che avevo appena visto per 20 volte. Il mattino seguente mi svegliai e nella testa avevo ancora la canzone dei The Weepies dal titolo “The World Spins Madly On”, usata come colonna sonora del video. Ebbene si, continuavo a canticchiarmi nella testa “…and the world spins MADLY ON”. Da quel momento la fase di naming per la band durò ancora un minuto circa.

E chissà che l’altra storia, quella accennata all’inizio di questo post, non si sviluppò proprio in quel minuto esatto.

Buonanotte 🙂