Dividere il tempo e dire “qua finisce l’anno e comincia quello successivo” forse è una cosa stupida che fanno gli esseri umani perché la vita in realtà è un ciclo continuo. Io però credo sia una cosa importante perché, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno di regole e strutture… abbiamo bisogno di dare forma alle cose, chiudere cicli e aprirne dei nuovi per raggiungere obiettivi o per alimentare i ricordi tramite le ricorrenze.
L’anno dei Madyon non è finito il 31 dicembre 2016 ma è terminato con la fine di gennaio 2017. E a dire il vero non è finito soltanto un anno ma si è concluso un ciclo molto più ampio, un percorso iniziato diversi anni fa.
Alcune persone nelle ultime settimane mi hanno chiesto il motivo di questa scelta, avendo intuito qualcosa dalle ultime pubblicazioni sulle pagine social dei Madyon… ed è arrivato il momento di dare una risposta.

La musica è una cosa bellissima, meravigliosa. È ciò che ci tiene svegli la notte mentre cerchiamo di scrivere e modellare il suono delle emozioni. La sua massima espressione, poi, si ha quando si ottiene la chiusura del cerchio: quando qualcuno ti comunica che la tua canzone gli ha fatto provare un’emozione.
Quest’anno però ho scoperto che la musica può essere una cosa altrettanto terrificante. Soprattutto quando sali sul palco e le canzoni che suoni rappresentano qualcosa di terrificante. Nel nostro caso rappresentano una grande mancanza: la mancanza del nostro amico Paolo.

In tutte le date del tour, prima dell’ultima canzone, mi sono sempre preso qualche minuto per parlare con il pubblico, per raccontare a tutti di Paolino, per spiegare di quanto siamo stati onorati di poterlo portare sempre insieme a noi, su ogni palco.
Qualche notte fa però, prima di addormentarmi, ho riflettuto meglio su questo concetto ed ho capito che… non è vero. Non è vero che abbiamo portato Paolino sul palco insieme a noi.

Quest’affermazione è completamente sbagliata… perché in realtà è stato lui a portare noi sul palco. E non lo dico per dare un tono poetico a questo post, riflettendoci bene è stato davvero così.

Dalla mattina del 7 marzo 2016 i Madyon non sono più esistiti.
Nei mesi successivi sono stati il ricordo di Paolo e il senso di rivalsa nei confronti della vita che ci hanno spinto a portare a termine un progetto incompiuto. Un progetto che tutti sapevamo essere a tempo determinato e tutti ne avremmo fatto volentieri a meno, perché il sogno che avevamo condiviso non sarebbe più comunque stato lo stesso senza di lui. E mai lo sarà.

Nella musica però, ciò che è stato, sarà per sempre, perché la musica stessa è per sempre.

A questo punto, come sono solito fare sul palco, non mi resta che ringraziare tutte le persone che nell’ultimo anno hanno fatto sì che la musica dei Madyon non finisse con un alone di tristezza, forse la pagina più nera delle nostre vite. Ringrazio quindi Fabrizio Veglia e Francesco Kekko Romano alle chitarre, Paolo Bergese al basso, Michele Cera alla batteria, il nostro fonico Paolo Canu e Marco Dalmasso per essere sempre al mio fianco in qualsiasi decisione.

Ormai ci siamo abituati a vivere come se lui fosse realmente accanto a noi, in ogni situazione. È una cosa che ci aiuta. Per questo motivo, anche qui, oggi, ringrazio il Maestro Paolo Papini per aver passato con me ore e ore in studio, a comporre e registrare le nostre canzoni. Lo ringrazio inoltre per essere stato per tutti noi un grandissimo esempio di eleganza e bontà d’animo. Sempre politicamente corretto, equilibrato e a suo agio in ogni situazione. L’amico che ti fa venire il nervoso perché, al contrario tuo, riesce sempre a dire la cosa giusta al momento giusto 🙂

Lo ringrazio ancora una volta con l’epiteto di “Maestro” creato simpaticamente insieme a Lele Luciano, ormai due anni fa, durante la memorabile serata “Madyon :: Storytellers”.
Diversamente da tutti i concerti dei Madyon, durante i quali sono solito ricordarlo con un inevitabile alone di malinconia, oggi lo voglio ricordare così, con serenità, con un sorriso. Perché è questo che lui vorrebbe.

Ringrazio tutte le persone che ci sono state vicine, che hanno creduto nella nostra musica, che l’hanno ascoltata da soli, in cuffia o in auto. Ringrazio chi ci ha aiutato condividendo i nostri video, la nostra musica, sui social network, facendola ascoltare ai propri amici.
Ringrazio infine tutti quelli che sono venuti ai nostri concerti e voglio fare una menzione speciale per due persone in particolare: Giorgio Prandino e Alessio Papanti, per essere stati presenti a quasi tutte le date, partecipando in modo attivo allo spettacolo 🙂

Da adesso ci prenderemo un po’ di tempo per noi. Abbiamo bisogno di ritrovare l’amore per la musica, il piacere di suonare, solo per noi. Forse lo faremo come abbiamo fatto in passato, tornando su YouTube. Forse lo faremo con qualche concerto all’estero, come quelli che abbiamo pianificato già da tempo per fine aprile 2017. Forse ci chiuderemo in studio a suonare per il semplice piacere di farlo. Forse suoneremo qualche cover per divertirci. Forse registreremo alcune delle tante canzoni che ho scritto nell’ultimo anno. Forse le pubblicheremo, forse no.

Il futuro è incerto e non ci vogliamo pensare. Adesso abbiamo soltanto bisogno di curare le ferite che singolarmente abbiamo accumulato negli ultimi dodici mesi. Alcune di cui tutti sono a conoscenza, altre rimaste nella sfera privata di ognuno di noi.

È un mondo senza supereroi e non esistono superpoteri.

Qualche tempo fa però ho visto una persona, circondata e abbracciata dal suo giovane pubblico. Le dissi che doveva essere molto orgogliosa di essere un idolo per quei ragazzi. Lei mi rispose che non aveva l’ambizione di essere un idolo per loro. Avrebbe preferito essere un esempio.

In quell’occasione ho capito che se non ci sono supereroi, ognuno di noi può esserlo.

Con grande fatica, nelle ultime settimane, abbiamo messo mano al materiale video registrato tra il 2015 e il 2016, durante la produzione di “Roll The Shadows”, l’ultimo lavoro dei Madyon. L’ambizione di due anni fa era quella di creare un video “Making Of” del disco… ma a seguito della tragedia abbiamo abbandonato tutto. Nonostante il materiale fosse poco e incompleto, abbiamo provato a tirarne fuori un breve film, un cortometraggio.

Oggi, per noi, il risultato ottenuto ha un significato molto più profondo di un semplice “Making Of”. Abbiamo provato a trasformare i resti di una tragedia disastrosa in qualcosa di bello, in un ricordo tangibile che durerà per sempre, tenendo fede a quelli che erano gli accordi iniziali, come è stato per il tour. Come se nulla fosse cambiato da allora.

Il video si intitola “Chasing The Shadows” e uscirà domani, venerdì 24 febbraio 2017 dalle 13:00 sul canale YouTube dei Madyon.

Adesso però è arrivato il momento di tornare a casa. Come dice la canzone con cui siamo soliti chiudere i nostri concerti.

Grazie a tutti. Davvero.

🙂

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